Balla coi Cinghiali Festival di Bardineto, recensione: Day 2 (21 agosto 2009).

Continua la recensione/racconto on stage del Balla coi Cinghiali 2009.

Giorno 2
Come dicevo, è un inno a “Piero” che mi riconsegna al mondo dei semi-vivi al mattino del secondo giorno. Non sono nemmeno le 8 ed inaspettatamente bisogna già affrontare scoraggianti code per i bagni (pesantemente intasati da ieri sera), per le docce e per la colazione.

Torno all’area del main stage e sotto il gazebo in cui è stato allestito il bar del BCC si procede al checksound per le “colazioni musicali”: breakfast all’americana e musica dal vivo per cominciare la giornata con lo spirito giusto. Mi aggiro con passo fiacco e stanco (ebbene si, ho il risveglio lento) slalomeggiando fra bambini in bici, ragazzi carichi di asciugamani e bagnoschiuma e volontari che sollevano panche e tavoli per riportare allo stato originario il piazzale dopo il devasto della prima sera. Il sole è già caldo, più che caldo, e la giornata si preannuncia interessante: svago, relax e attività varie in attesa degli headliner di stasera: i Linea 77. Buona parte del pomeriggio la perdo in giro fra gli stand, lasciando il cuore e il portafoglio dietro ad alcuni imperdibili lavori di artigianato, e quando torno alla base sta per iniziare il concerto dei genovesi The Banshee: ne avevo già sentito parlare più che bene e non posso che confermare ogni singolo giudizio positivo. Non saprei descriverli se non come ‘imbottiti di tritolo’ o ‘tarantolati’, di sicuro degni di un esorcismo alla Emily Rose (soprattutto il chitarrista Nico). Possiedono quella marcia in più che fa la differenza fra un artista mediocre e un gruppo che lascia il segno, tanto coinvolgenti da provocare un’invasione di palco che, certo non può competere con quella di Luca Barbieri  a Verona, ma comunque ha un suo perché.

Il pubblico è caldo, ha voglia di divertirsi e aspetta solo che qualcuno (e non qualcuno a caso) dia loro il La per partire e  scatenarsi. E lo so a cosa vado incontro rimanendo in prima fila, ma è una questione di principio: il posto me lo sono guadagnato e non ho la più pallida imitazione di intenzione di mollarlo al primo imbecille che transita nella mia orbita. Difendo con tenacia e spirito masochista la mia posizione e da questa battaglia guadagno uno show grandioso: Emo e Nitto sono poco meno che cicloni sul palco ed è straniante vedere la stessa persona (Emo) che durante il concerto dei Banshee tiene in braccio, canta e balla con un bimbo che non avrà più di 4 o 5 anni, cambiare totalmente immagine ed esternare tutta l’energia più nera e scomoda che possiede una volta impugnato il microfono. Pezzi del nuovo album (uno su tutte, “La nuova musica italiana”)si alternano a brani storici del gruppo (con “66 Diabolus in musica” e “Fantasma” il pubblico esplode –quasi- letteralmente). Pogatori instancabili e spesso estremamente molesti animano la platea: insieme alla voce di Emo e Nitto e ai tuoni di Tozzo, volano anche un paio di scarpe (ma appartenenti a proprietari diversi), un torsolo di mela e corpi umani che ora vengono rimbalzati al mittente, ora strattonati oltre transenna dalla security e fatti uscire. Il concerto volge al termine e il pubblico reclama a gran voce un’encore. Negata.

Non resta che riversarsi negli stand, ancora aperti, a leccarsi le ferite e sedare l’adrenalina residua con una dose massiccia di alcol: che bello non dover guidare per tornare a casa!

REPORTER DEL CONCERTO: Denise Cucci

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